Nuovo appuntamento con la rubrica “L’esperto risponde“! La domanda della settimana:
È possibile fare smart working durante l’apprendistato?
È doverosa una premessa: siamo dinanzi ad un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e con obbligo di formazione a tempo determinato. Concluso il periodo formativo, e verificato il raggiungimento dell’obiettivo, le parti potranno valutare la naturale prosecuzione del contratto. Infatti, il contratto in questione prevede il piano formativo individuale, redatto in forma sintetica all’interno del contratto.
Qui riveste un ruolo di assoluta importanza il tutor: il datore di lavoro deve quindi individuare un tutor o referente aziendale per la formazione. Il tutor è una persona interna all’azienda con almeno 3 anni di esperienza e un livello di inquadramento pari o superiore a quello dell’apprendista.
Il tutor ha il compito di seguire l’apprendista durante il percorso formativo, nello specifico:
Entriamo, dunque, nel merito della domanda:
Dato il peculiare rapporto tra tutor e apprendista è possibile prevedere il ricorso allo smart working?
Sì! Perché a differenza del tirocinio, a cui spesso viene equiparato, l’apprendistato è a tutti gli effetti un contratto di lavoro. A condizione, però, che sia garantita la necessaria formazione e siano create le condizioni volte a garantire una stretta interazione tra il tutor aziendale e l’apprendista.
In conclusione, se il tutor riesce ad assicurare, tramite la tecnologia oggi disponibile, un costante affiancamento dell’apprendista, lo smart working può essere consentito, tenendo comunque conto delle novità introdotte in materia di lavoro agile dal 1° settembre 2022.
Il Consulente del Lavoro
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