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Sgravi fiscali per chi assume le vittime della violenza di genere

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Toccare con malizia le proprie dipendenti, sottostare ai voleri di una persona più forte, ricevere pugni al posto di fiori, sentirsi chiamare per strada senza un apparente motivo, essere guardate continuamente.

Venivano chiamati “complimenti”, una volta, tanti anni fa. Oggi la realtà è ben diversa, le violenze di genere, sessuali, domestiche o verbali, sono notizia all’ordine del giorno. Essere vittima di violenza non può ridursi al concetto di abusi fisici. Una violenza si nasconde nelle piccole cose, nelle parole che diventano spade nella mente labile di una persona, azioni ricevute in passato, magari da bambini, che riaffiorano da adulti senza un apparente motivo.

Parlare di violenza non è facile, non è da tutti affrontare una situazione violenta in casa ma anche reagire a situazioni di mobbing e bossing sul lavoro, soprattutto, quando si pensa di avere il mondo contro. Sono tante le storie di donne e uomini che hanno denunciato abusi, trovandosi poi dalla parte del torto. Denunciare, però, resta il miglior modo di salvarsi e riprendersi la propria vita.

Per supportare chi vive una situazione simile, in Italia è stata avviata una campagna di sensibilizzazione ma anche diverse iniziative volte ad esempio a reinserire nel mondo del lavoro le vittime della violenza di genere, in particolare le donne a cui sono dedicati bandi e opportunità per incentivare l’imprenditorialità femminile.

Un Decreto Legge per il reinserimento delle vittime di violenza

Quello che spaventa di più le vittime è perdere quella falsa stabilità, non essere creduti, essere continuamente giudicati al punto da non riuscire più ad andare avanti, a rinunciare al lavoro, alla famiglia e cambiare la quotidianità. Una vittima, nonostante la ragione, cercherà sempre di nascondersi. In Italia, l’argomento ha fatto tanto scalpore al punto che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno, un Decreto Legge dell’11 maggio scorso a favore dell’assunzione delle vittime di violenza, con importanti sgravi alle aziende. Il DDL è stato previsto dalla legge di Bilancio 2018 ed ora operativo a tutti gli effetti.

Gli incentivi all’assunzione sono rivolti a tutte quelle cooperative sociali che assumono donne o uomini vittime di abusi e violenze, che hanno avuto il coraggio di denunciare e che, di regola, sono stati inseriti dal Comune di residenza in percorsi di protezione, rifugi e centri anti violenza. Tanti sono i centri a cui un datore di lavoro, che ha intenzione di assumere personale, può chiedere un riferimento. I centri nascono dall’esigenza di aiutare le vittime, accoglierle, una volta denunciata una violenza.

Per ogni cooperativa sociale che assume c’è un limite di spesa di circa un milione di euro, le lavoratrici possono avere contratti che non superino i 36 mesi e usufruire anche di un congedo retribuito di massimo 3 mesi. Un piano attuato da subito per garantire alle donne sostegno e protezione.

Bandi per tutelare le vittime di violenza di genere

Oltre al nuovo Decreto legge, negli anni, sono stati sviluppati tanti corsi e bandi per garantire sicurezza, sostenibilità economica e lavorativa, alle vittime di violenza di genere. Tra questi ricordiamo il Bando Svolte per superare la violenza tramite l’orientamento, trovare lavoro e fare esperienze formative. Il bando Svolte è stato finanziato e ideato dalla Regione Campania e prevede diversi progetti a cui le vittime possono iscriversi attraverso l’avviso pubblico. Ogni progetto ha tempi e temi diversi, a seconda delle esigenze. Le opportunità del bando Svolte nascono con lo scopo di portare all’attenzione di tutti il fenomeno, per cambiare, migliorarsi e garantire un futuro concreto alle vittime di violenza.

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