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Imprenditoria femminile: tutti i finanziamenti

Le imprese in rosa, così come vengono comunemente definite le iniziative imprenditoriali femminili, rappresentano in termini numerici un fenomeno in forte crescita.

Il quadro economico italiano non è particolarmente incoraggiante ed è sempre più difficile trovare un lavoro al quale dedicarsi con passione e professionalità, un impiego che sia anche la leva che ci spinge ad affrontare le giornate con grinta ed entusiasmo. Sono soprattutto le donne a vivere questa difficoltà e, in parte, potrebbe essere proprio il motivo per il quale cresce il desiderio di avviare un’impresa, trasformare un’idea in una startup di successo e mettersi in proprio, magari con un’azienda tutta al femminile.

Secondo le ultime statistiche, un importante contributo alla crescita del PIL è offerto proprio dal lavoro femminile; in virtù di questo, le istituzioni nazionali ed europee hanno deciso di sostenere le iniziative imprenditoriali femminili con l’introduzione di linee di finanziamento dedicate ai progetti in rosa.

In questa breve guida vedremo quali sono e come accedere ai finanziamenti imprenditoria femminile, finanziamenti a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Ma prima, è opportuno accennare alla legge che disciplina l’imprenditoria femminile.

La legge 215 sull’imprenditoria femminile

La Legge 215 del 1992 nasce proprio per agevolare l’imprenditoria femminile e favorire l’introduzione di bandi di finanziamento dedicati all’imprenditoria rosa.

Sebbene la legge 215 sia stata emanata nel 1992, è solo nel 2011 che è entrata in vigore e prevede lo stanziamento di fondi per le imprese individuali di cui il principale azionista nonché titolare sia donna, per le cooperative o le società di persona con almeno il 60% costituito da donne e per le società di capitali amministrate per il 66% da donne.

Ulteriori requisiti per le imprese che intendono usufruire del contributo sono l’avere meno di 50 dipendenti, non essere dipendenti da imprese partecipanti, avere un fatturato inferiore a 7 milioni di euro o 5 milioni di totale di bilancio.

Le modalità di accesso ai fondi sono, inoltre, disciplinate dal Regolamento del 28 luglio del 2000 e dalla circolare esplicativa del marzo 2001.

La normativa, nel suo complesso, contiene tutti i chiarimenti per gestire la creazione di imprese femminili e le domande di ottenimento dei fondi, che sono vincolanti per almeno 5 anni dalla data di assegnazione.

Secondo la legge 215/92, i finanziamenti coprono gli investimenti in impianti, macchinari, brevetti e software, complementi d’arredo, opere murarie e progettazione (nella misura del 25% rispetto alle altre spese).

Naturalmente, la legge prevede anche alcune restrizioni, in particolare riguardo la tipologia di attività da avviare o il rilevamento di attività già esistenti le quali devono garantire un reale aumento della produttività di determinati servizi e offrire novità sia in ambito organizzativo che tecnologico.

Finanziamenti imprenditoria femminile: linee di intervento

Le linee di intervento che il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto per le donne che decidono di avviare un’attività imprenditoriale sono diverse a seconda del bando a cui si decide di partecipare. Occorre effettuare una distinzione tra la tipologia di contributo che si può ottenere e gli strumenti di intervento previsti. I contributi si dividono in finanziamenti a fondo perduto, credito d’imposta e finanziamento agevolato. Vediamo cosa sono nel dettaglio.

Finanziamenti a fondo perduto

Prevalentemente previsti da bandi regionali, sono finanziamenti che non devono essere restituiti. Talvolta il 50% o l’80% dei contributi richiesti sono a fondo perduto, mentre la restante parte deve essere restituita a tassi agevolati;

Credito d’imposta

Oovvero uno sconto sulle tasse da pagare all’Erario, soprattutto sull’acquisto di beni strumentali;

Finanziamento agevolato

Da restituire ad un tasso agevolato, di norma in 10 anni.

Le linee di intervento e di finanziamento all’imprenditoria femminile, invece, sono:

  • Fondo di Garanzia, che consente di chiedere un finanziamento garantito dallo Stato e interviene direttamente sulle garanzie reali, assicurative e bancarie;
  • Microcredito, che non prevede un contributo economico, ma la garanzia sui prestiti richiesti dalle imprese femminili con P.IVA attiva da almeno 5 anni, con alcune restrizioni;
  • Autoimpiego Invitalia, un sostegno economico che consente di avviare piccole attività imprenditoriali femminili, la cui gestione è assegnata a Invitalia. In particolare, il Fondo offre assistenza su tre importanti iniziative: lavoro autonomo sotto forma di ditta individuale, microimpresa e franchising.
  • Smart&Start, che si occupa degli incentivi e delle agevolazioni per lo sviluppo di startup innovative in Italia.
  • Selfiemployment, un programma di Garanzia Giovani che offre l’opportunità alle giovani NEET di accedere a finanziamenti a tasso zero per l’avvio di nuove attività imprenditoriali.
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