Il consueto bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, ha fornito le previsioni occupazionali per il mese di luglio. Scopriamo quanto emerso.
Quali opportunità di lavoro a luglio?
Sono oltre 505mila le assunzioni che le imprese hanno programmato a luglio, e arrivano a poco meno di 1,3 milioni nel trimestre luglio-settembre (dati che si attestano sostanzialmente sugli stessi livelli del trimestre luglio-settembre 2021).
L’industria programma a luglio circa 130mila entrate (-1.390 assunzioni rispetto giugno) e 349mila nel trimestre luglio-settembre (+12,5mila rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente); nel settore dei servizi sono circa 375mila i contratti di lavoro che le imprese prevedono di attivare (in flessione di 52mila unità rispetto ad un mese fa) e poco meno di 930mila quelli previsti per il trimestre luglio-settembre (-14mila rispetto allo stesso trimestre 2021).
Le tipologie contrattuali attivate sono così suddivise:
- contratti a tempo determinato (58%);
- contratti a tempo indeterminato (16%);
- contratti di somministrazione (10%);
- contratti di apprendistato (5%);
- altre tipologie contrattuali (11%).
Tra i settori manifatturieri l’analisi evidenzia flussi di assunzioni più elevati nelle:
- industrie alimentari, bevande e tabacco (21mila entrate);
- industrie meccaniche ed elettroniche (20mila entrate);
- industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (16mila entrate).
Per le costruzioni, invece, sono previste 41mila assunzioni, dato in flessione rispetto a giugno (-10,5%), ma in crescita rispetto a dodici mesi fa (+4,2%).
Tra i servizi il flusso di assunzioni più consistente a luglio riguarda, com’era prevedibile, la filiera turistica con circa 121mila contratti da attivare, a seguire il commercio con 65mila assunzioni e i servizi alle persone con 64mila.
Andamenti positivi per i servizi informatici e telecomunicazioni con 14mila assunzioni programmate e per i servizi avanzati di supporto alle imprese con 21mila assunzioni (rispettivamente +5,2% e +7,7% se confrontati con il mese precedente).
In aumento la difficoltà di reperimento
Cresce ancora la difficoltà di reperimento che riguarda il 40,3% delle assunzioni previste (circa 10 punti in più rispetto a luglio 2021). Sono circa 204mila le ricerche di personale per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, confermando come causa prevalente la mancanza di candidati per i profili ricercati.
Il mismatch si conferma più elevato tra:
- imprese della metallurgia e dei prodotti in metallo (circa il 56% dei profili ricercati è di difficile reperimento);
- industrie del legno-arredo (55%);
- servizi ICT (54%);
- imprese di costruzioni (54%).
Tra i profili più difficili da reperire si segnalano:
- tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (65,3%);
- tecnici in campo ingegneristico (57,0%);
- tecnici della salute (56,4%);
- tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (55,6%);
- specialisti in scienze matematiche, informatiche e scientifiche (54,9%).
Tra gli operai specializzati gli introvabili sono:
- fonditori e saldatori (65,7%);
- operai di macchine per lavorazione metalliche e prodotti minerali (63,9%);
- operai addetti alle rifiniture delle costruzioni (60,1%);
- operai di installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (59,8%).
Le imprese delle regioni del Nord-Est sono quelle che incontrano le maggiori difficoltà di reperimento (47,2% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord-Ovest (41,5%), del Centro (39,0%) e del Sud e Isole.