Sono diversi gli sgravi previsti nella Legge di Bilancio per il 2023, a valere per l’anno in corso e solo per alcune misure fino ai quattro successivi. Si tratta per la verità di istituti già presenti nel nostro ordinamento ma rivisti e in alcuni casi ampliati.
Tutti gli strumenti sono stati analizzati nel corso di un seminario online dedicato agli esperti del mondo del lavoro, organizzato da FMTS Lavoro in collaborazione con FMTS Formazione.
Sul “palco”, in qualità di relatori, sono saliti i professionisti che animano lo studio di Consulenza Legale e del Lavoro di Busto Arsizio, Butto & Partners, con il Consulente del Lavoro Rag. Ferdinando Butto e gli Avvocati Mattia Butto e Andrea Pittarello.
Agevolazioni assunzioni: sgravi e incentivi per i datori di lavoro
Ma entriamo nel dettaglio e vediamo di cosa si tratta.
Le agevolazioni più importanti riguardano le assunzioni di:
- percettori reddito di cittadinanza;
- under 36;
- donne in posizione svantaggiata.
Tutte le agevolazioni riguardano i datori di lavoro del settore privato, non quindi il pubblico impiego.
Assunzioni beneficiari reddito di cittadinanza
Partiamo dalla prima. Chi assume un percettore o una percettrice del reddito di cittadinanza nel 2023 ha diritto a una decontribuzione totale (100%) dei versamenti previdenziali a carico del datore di lavoro. Restano, invece, dovuti i premi Inail e i contributi previdenziali a carico del lavoratore, per avere un ordine di grandezze solitamente i contributi previdenziali sono pari al 33% della retribuzione (23,81% a carico del datore di lavoro e 9,19% a carico del lavoratore).
Ovviamente, per evitare un buco contributivo il carico previdenziale rimane a carico dello Stato, in sostituzione del datore di lavoro che assume per questa misura e anche per tutte le altre. Quanto alla tipologia contrattuale, l’esonero è riconosciuto anche per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato effettuate sempre fino a fine dicembre 2023, oltre che per i contratti a tempo indeterminato.
Operano però 3 limiti, i primi 2 assoluti ed il terzo relativo. Analizzando i primi 2, il limite massimo ai risparmi che si possono ottenere per lavoratore è di 8.000 euro all’anno, quindi, ad esempio, se l’assunzione avvenisse a dicembre il massimo andrebbe diviso per 12. Poi c’è sempre un limite massimo assoluto pari a 780 euro mensili, ed infine un limite relativo al percettore che è pari al reddito di cittadinanza mensile percepito dal beneficiario.
Assunzioni under 36
La seconda modalità di assunzione con sgravi è quella di reclutare nel 2023 giovani sotto i 36 anni. Tre le analogie con il Reddito di Cittadinanza, lo sgravio è pari sempre al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, vale sia per le assunzioni a tempo indeterminato che per le trasformazioni di quelle a tempo determinato, opera un limite massimo di 8.000 euro su base annua.
Diversamente dal Reddito di Cittadinanza, la misura ha un’estensione temporale più lunga, 36 mesi (3 anni), estendibili a 4 se la persona è reclutata da un’impresa con sede o unità produttiva in una Regione con un alto livello di disoccupazione (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna).
Questa agevolazione è accompagnata da una serie di contromisure che servono ad evitare elusioni e abusi. Lo sgravio non viene, infatti, riconosciuto ai datori di lavoro che abbiano effettuato (nei 6 mesi precedenti), né procedano (nei 9 mesi successivi) a licenziamenti individuali o licenziamenti collettivi nei confronti di lavoratori inquadrati con la medesima qualifica nella stessa unità produttiva.
L’esonero contributivo non deve sovrapporsi, poi, ad un’altra agevolazione, quella dell’apprendistato che prevede dei suoi specifici vantaggi. La Legge di Bilancio stabilisce, infatti, l’esclusione dello sgravio ai rapporti di apprendistato e ai contratti di lavoro domestico e alle prosecuzioni di contratto di apprendistato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Assunzioni donne svantaggiate
Un’ulteriore misura di alleggerimento dei costi di assunzione è rappresentata dalle agevolazioni per le donne in condizioni di disagio. Chi sono? Donne con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi, oppure di qualsiasi età ma residenti in Regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Questo secondo criterio opera solo al momento dell’assunzione, una volta assunte queste potranno anche lasciare la residenza nelle 5 Regioni indicate e svolgere l’attività lavorativa anche al di fuori delle aree stabilite.
L’età non viene presa in considerazione anche per gli ulteriori due requisiti che determinano la condizione di disagio femminile utile all’agevolazione. Il primo è quello legato ad un’attività lavorativa o professione in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità di genere, con un tasso di disparità uomo-donna che superi di almeno il 25% la disparità media e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Da ultimo, si può essere assunta, con la decontribuzione al 100% per i datori di lavoro, quando la risorsa è priva di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
Come anticipato, e analogamente a quanto accade per le assunzioni dei beneficiari del reddito di cittadinanza o degli under 36, lo sgravio si concretizza nel 100% dei contributi a carico del datore di lavoro ed a valere fino a 8.000 euro su base annua. Quanto alla durata, il risparmio può estendersi fino 12 mesi in caso di contratto a tempo determinato e di 18 mesi (un anno e mezzo) in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato.
“Le misure vanno certamente incontro a diverse categorie caricate di maggiori difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro, pesa però l’assenza di misure per gli ultra 40-50 anni uomini”
ha concluso Ferdinando Butto, numero uno dell’omonimo studio di Consulenza Legale del Lavoro.
Giuseppe Di Vittorio
Giornalista