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Taglio al cuneo fiscale: come cambiano le buste paga e cosa accadrà nel 2024

Potenziato il taglio al cuneo fiscale che, dal prossimo mese di luglio, aumenterà di 6 o 7 punti percentuali a seconda del livello retributivo.

Il taglio ha suscitato un grande interesse, ma che cosa comporterà effettivamente per i lavoratori?

Cosa prevede la bozza del decreto Lavoro

La bozza del decreto Lavoro, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 1° maggio, ha annunciato il taglio al cuneo fiscale. È destinato a questa misura l’extradeficit di oltre 3 miliardi approvato a fine aprile con lo scostamento al DEF, che da luglio a novembre 2023 porterà ad un maggior netto in busta paga a condizione che la retribuzione annua non superi i 35.000 euro.

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti ha svolto alcune simulazioni che hanno evidenziato le categorie di lavoratori che maggiormente beneficeranno della manovra del governo Meloni.

Nello specifico, il taglio dovrebbe comportare un aumento degli stipendi netto tra 48 e 65 euro, e questo beneficio andrà a toccare 2.2 milioni di dipendenti impegnati nel Pubblico Impiego sull’intero territorio italiano. Gli insegnanti e gli infermieri sono tra le categorie più avvantaggiate, con un aumento rispettivamente di 58.5 e 59.4 euro in più in busta paga.

Tuttavia, il taglio al cuneo fiscale sarà in vigore per soli sei mesi e non comprenderà la tredicesima mensilità. Inoltre, la riconferma nel 2024 potrebbe essere messa in dubbio se non saranno trovati fondi per un totale di 10 miliardi di euro.

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