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Stranieri in Italia e mercato del lavoro: primi dati

Lavorare in Italia è una sfida per molti giovani provenienti da altri Paesi e la situazione politica attuale non aiuta. Fortunatamente non si può fare di tutta l’erba un fascio e ci sono molti stranieri che hanno deciso di vivere all’estero eleggendo l’Italia come nuova residenza e luogo di lavoro.

Ci sono però anche casi inversi, cioè italiani che pur vivendo sul territorio nazionale, hanno trovato lavoro in Svizzera e opportunità professionali in Francia, due terre di confine facilmente raggiungibili per chi vive nel Nord Italia.

Vediamo quindi come viene gestita l’immigrazione per motivi di lavoro in Italia e cosa intendiamo per immigrazione stagionale.

Dati sugli stranieri in Italia per motivi di lavoro

Secondo una prima stima sono poco più di 5mila le persone, non italiane, che si trovano nel territorio italiano con un contratto di soggiorno per lavoro subordinato. Se i nostri giovani decidono di lasciare la propria casa per trovare lavoro altrove, tanti altri giovani stranieri – ucraini, albanesi e marocchini in particolare – scelgono di occupare le posizioni di lavoro lasciate “vuote” dai cervelli in fuga.

Pensiamo a mestieri quali il bracciante agricolo, il o la badante, gli operai impiegati nei cantieri. Sono tutte professioni che gli italiani non fanno più come una volta e la richiesta di lavoro è talmente alta che è necessario assumere chi un lavoro lo cerca disperatamente.

Tutti questi lavoratori hanno un contratto di lavoro regolare e molti di loro, con il tempo, sono riusciti anche ad avere la cittadinanza italiana.

Quali permessi servono per lavorare in Italia?

Chi decide di lasciare il proprio paese per raggiungere lo stivale, deve possedere un permesso di soggiorno giustificato dal lavoro anche noto come Carta Blu. Alcuni permessi possono essere rilasciati per motivi di lavoro con contratto subordinato, stagionale, pluriennale o autonomo. Tra i contratti di lavoro più somministrati ritroviamo il permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato. Quest’ultimo viene rilasciato dalla Questura della città dove si fa domanda e si decide di vivere e lavorare. La prima richiesta da fare, per chi decide di venire in Italia, è di richiedere un nulla osta rilasciato dal datore che ha somministrato il contratto di soggiorno.

Esistono inoltre delle leggi apposite che disciplinano i flussi migratori in in ingresso, regolamentate dai “decreti flussi” che gestiscono lo stato dell’occupazione degli stranieri in Italia e controllano tutte le liste degli iscritti al ricollocamento.

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali gestisce anche tutti i permessi di soggiorno, gestendo uno alla volta i profili, avendo chiaro tutte le persone, di nazionalità straniera che transitano e lavorano in Italia.

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