Il 30 giugno scade l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi di lavoro. Una decisione non è stata ancora presa ma pare che l’orientamento sia quello di andare verso una “forte raccomandazione” e non più un obbligo.
Mascherina al lavoro: cosa dice il protocollo
La bozza del protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid negli ambienti di lavoro sarà discussa il prossimo 30 giugno da sindacati e associazioni dei datori di lavoro, insieme al ministero del Lavoro e della Salute.
Dalla bozza emerge che l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti FFP2 rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative.
Non più obbligo ma forte raccomandazione della FFP2
Se il protocollo sarà confermato in questa formulazione, dunque, verrà meno l’obbligo della mascherina (come prevedeva il precedente protocollo) e si andrà verso una forte raccomandazione al ricorso alla mascherina FFP2 (da preferire a quella chirurgica).
A tal proposito, pare che i nuovi dati sull’aumento dei contagi da Covid-19 non influenzeranno le decisioni del governo, a confermarlo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa:
Per quanto riguarda l’uso della mascherina nei luoghi di lavoro al chiuso la posizione del governo rimarrà la stessa, cioè quella di una forte raccomandazione. È vero che c’è un innalzamento dei contagi ma è anche vero che, per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto nei nostri ospedali, siamo di fronte a numeri ampiamente sotto controllo.
Quindi, se vogliamo arrivare alla convivenza con il virus, è anche normale essere in presenza di dati che possono aumentare, anche perché non ci sono più restrizioni e ci sono maggiori frequentazioni tra le persone. Ma ribadisco che ciò che dobbiamo guardare sono i dati riferiti ai nostri ospedali e non al numero dei contagi, non credo sia corretto veicolare messaggi di paura o di troppa preoccupazione.
Dobbiamo essere consapevoli che il vaccino ci sta proteggendo dalle forme gravi della malattia e ribadire agli anziani, ai fragili e a coloro per i quali è prevista la quarta dose di procedere, così come a chi non ha fatto ancora la terza dose di farla, perché saranno maggiormente protetti.