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Quitting economy: cambiare lavoro e mettersi in proprio

Una famosa frase di Confucio dice “Ama quello che fai e non lavorerai neanche un solo giorno della tua vita“. Una frase sempre attuale e veritiera ma fare il mestiere dei sogni non è sempre facile e sempre più spesso intorno a noi, c’è chi lamenta di voler cambiare lavoro e di non amare il mestiere che fa.

Lasciare il lavoro, mettersi in proprio o aprire partita IVA sono tutte scelte che richiedono coraggio, soprattutto quando si decide di cambiare lavoro a 30 anni, 40 o 50, la paura è tanta. In compenso esistono molte storie di successo e la quitting economy, negli ultimi anni, sta diventando sempre più una realtà ma che cos’è la quitting economy e chi sono i cosiddetti gig workers?

Che cos’è la Quitting Economy

La Quitting economy è il nuovo fenomeno di nomadismo professionale che coinvolge sempre più lavoratori pronti a dare le dimissioni per mettersi in proprio.

Sono nomadi tutti quei professionisti stanchi di lavorare in ufficio che decidono di lasciare la propria scrivania per lavorare fuori, spostandosi di azienda e azienda avendo una vita professionale e personale migliore. Il vantaggio non è solo lasciare la propria scrivania ma anche avere uno stipendio più alto. La libertà per questi lavoratori è un mantra. Le organizzazioni, guadagnano grazie ai loro progetti e, nella maggior parte dei casi, hanno la necessità di richiamarli. Questi professionisti sono come delle api che vanno da azienda in azienda, aumentando il bagaglio di esperienze e facendo anche salti di carriere a seconda del progetto presentato.

Siamo lontani dal solito e classico lavoro d’ufficio. L’era della quitting economy è già iniziata, al punto che tanti professionisti lavorano da nomadi digitali e non, guadagnando di più, nonostante la necessità di aprire partita Iva, avendo orari flessibili e autonomi.

Non mi piace il mio lavoro: cambio vita

Leggere questa frase fa sentire le farfalle nello stomaco. Lavorare, infatti, non significa sempre fare sacrifici in virtù del guadagno e tra i diritti di un lavoratore c’è anche quello di lasciare un posto a tempo indeterminato pur di sentirsi appagato professionalmente.

Le opzioni, per chi sceglie di cambiare mestiere, sono davvero tante, molte offerte dalle nuove tecnologie e da Internet con cui lavorare da remoto, in maniera autonoma, p sempre più facile. Aprire un e-commerce o un blog ad esempio, possono essere due esempi di attività che consentano di seguire i propri interessi o di favorire l’imprenditorialità femminile o maschile che sia.

Insomma trovare lavoro e reinserirsi dopo i 30 – 40 – 50 anni si può, basta semplicemente essere convinti di voler diventare un gig worker o un imprenditore, tutto purché all’insegna dell’autonomia professionale!

Chi sono i gig workers

In Italia sono sempre più i gig workers, cioè tutte quelle persone che svolgono lavoretti per andare avanti. In virtù di questo, nuovi lavori autonomi, hanno preso il sopravvento sul classico lavoro stabile. Infatti, se abbiamo intenzione di cambiare vita e mollare tutto, possiamo scegliere di aprire un nuovo locale, dedicarci interamente ad esso. Possiamo scegliere di aprire un blog di viaggi ed esplorare il mondo guadagnando. Possiamo continuare la nostra attività lavorativa ma da remoto, non in ufficio, o possiamo orientarci verso la Quitting economy.

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