Outplacement: strategie per il reinserimento nel mercato del lavoro

Outplacement

Probabilmente non molti conoscono il significato di outplacement, eppure è uno strumento che sta assumendo un’importanza sempre maggiore. Si tratta di un insieme di servizi e strategie finalizzati alla ricollocazione professionale di persone che hanno perso il proprio impiego o che si trovano in fase di transizione. L’obiettivo principale è agevolare il reinserimento lavorativo, riducendo il periodo di inattività e migliorando l’efficacia della ricerca di nuove opportunità.

Cos’è l’outplacement, in breve

L’outplacement è un servizio di supporto alla transizione di carriera, erogato generalmente da società specializzate o consulenti HR, su iniziativa dell’azienda che conclude il rapporto di lavoro con un dipendente. Questo strumento non solo tutela il lavoratore ma rafforza anche la reputazione dell’azienda, mostrando attenzione verso le persone coinvolte in processi di riorganizzazione o riduzione del personale.

Il termine deriva dall’inglese e significa letteralmente “collocamento all’esterno”, a indicare appunto il processo di accompagnamento verso una nuova occupazione.

I principali servizi di outplacement

I servizi di outplacement offrono un pacchetto completo di attività, tra cui:

  • Analisi del profilo professionale: valutazione delle competenze, esperienze e obiettivi del candidato.

  • Bilancio delle competenze: individuazione dei punti di forza e delle aree da migliorare.

  • Supporto psicologico: gestione dello stress e della fase di cambiamento.

  • Formazione e aggiornamento: percorsi di reskilling e upskilling per migliorare l’occupabilità.

  • Coaching e mentoring: affiancamento da parte di un consulente esperto.

  • Preparazione al colloquio: simulazioni, tecniche di comunicazione e personal branding.

  • Networking e ricerca attiva: accesso a canali privilegiati, job board e contatti aziendali.

Outplacement individuale: supporto su misura

L’outplacement individuale è un percorso personalizzato, dedicato a un singolo professionista, solitamente a livelli medio-alti (dirigenti, quadri, figure specializzate). Questo approccio consente un affiancamento intensivo, con incontri regolari e una strategia costruita ad hoc.

Vantaggi dell’outplacement individuale:

  • Maggiore attenzione alle esigenze personali e professionali

  • Piani di carriera su misura

  • Analisi approfondita del mercato di riferimento

  • Possibilità di riqualificazione tramite reskilling e upskilling.  Entrambi fanno riferimento a strategie formative essenziali per migliorare l’occupabilità di chi è in cerca di una nuova opportunità. Vediamoli nel dettaglio.

Il reskilling

Il reskilling (letteralmente “riqualificazione”) è un processo che permette a una persona di acquisire nuove competenze per poter svolgere un lavoro diverso rispetto a quello precedente. Questo approccio è particolarmente utile quando il settore di provenienza è in crisi, è stato automatizzato, o non offre più sbocchi occupazionali significativi.

Esempi pratici:

  • Un operatore di produzione che apprende competenze digitali per lavorare nel supporto tecnico informatico.

  • Un impiegato amministrativo che si forma nel digital marketing.

Il reskilling è quindi una vera e propria trasformazione professionale, che richiede apertura al cambiamento e un piano formativo mirato.

L’upskilling

L’upskilling (in italiano “potenziamento delle competenze”) si riferisce invece all’aggiornamento o miglioramento delle competenze esistenti, per svolgere lo stesso ruolo in modo più efficace o per accedere a una posizione di livello superiore all’interno dello stesso ambito professionale.

Esempi pratici:

  • Un contabile che apprende l’uso di software gestionali più avanzati.

  • Un responsabile vendite che sviluppa competenze di analisi dati per ottimizzare le performance.

L’upskilling aiuta il lavoratore a rimanere competitivo, adattandosi alle nuove esigenze del mercato e aumentando le possibilità di crescita professionale.

È particolarmente efficace nei casi in cui la figura da ricollocare abbia competenze molto specifiche o necessiti di riorientarsi verso un nuovo settore.

Outplacement collettivo: la gestione dei processi di riorganizzazione

L’outplacement collettivo si applica nei contesti in cui più dipendenti vengono coinvolti in processi di ristrutturazione aziendale, esuberi o chiusure di reparti. Questo servizio si configura come un piano strutturato, spesso concordato con le organizzazioni sindacali e le istituzioni.

Le attività principali includono:

  • Incontri di gruppo con sessioni formative

  • Colloqui individuali per la definizione di obiettivi specifici

  • Supporto nella redazione del CV e della lettera di presentazione

  • Seminari sul mercato del lavoro e sulle opportunità disponibili

  • Accesso a piattaforme digitali per la ricerca attiva

Pur avendo un’impostazione più generalista rispetto all’outplacement individuale, questo approccio garantisce comunque risultati positivi, soprattutto se affiancato da strumenti tecnologici e da una rete di contatti ampia.

Ricollocazione professionale e reinserimento lavorativo: obiettivi concreti

L’obiettivo ultimo dell’outplacement è la ricollocazione professionale, ossia il ritorno attivo nel mercato del lavoro. Questo non significa necessariamente un impiego identico al precedente ma un nuovo inizio coerente con le competenze, le aspirazioni e le esigenze personali.

Il reinserimento lavorativo può avvenire attraverso:

  • Nuove assunzioni a tempo indeterminato o determinato

  • Incarichi freelance o consulenziali

  • Cambiamenti di settore o funzione

  • Autoimpiego o creazione d’impresa

Il supporto fornito dai professionisti dell’outplacement è fondamentale per accompagnare il lavoratore nel percorso di consapevolezza, adattamento e rilancio.

I vantaggi dell’outplacement per aziende e lavoratori

L’adozione di un servizio di outplacement comporta benefici tangibili per entrambe le parti coinvolte:

Per il lavoratore

  • Riduzione dei tempi di inattività

  • Sostegno psicologico e motivazionale

  • Accompagnamento nella gestione del cambiamento

  • Migliore consapevolezza delle proprie competenze

Per l’azienda

  • Miglioramento dell’employer branding

  • Riduzione dei conflitti con i dipendenti in uscita

  • Conformità a normative e accordi sindacali

  • Immagine positiva verso l’esterno

Quando è il momento di attivare un servizio di outplacement?

L’outplacement dovrebbe essere considerato ogni volta che un’azienda si trova nella condizione di dover interrompere collaborazioni lavorative, soprattutto in maniera significativa o strutturata. In particolare a seguito di fusioni e acquisizioni, riorganizzazioni aziendali e delocalizzazioni anche a seguito di crisi economiche e finanziarie ma anche per scelta di digitalizzazione e automazione dei processi. Attivare un piano di outplacement tempestivamente significa dare valore alle persone e dimostrare una cultura aziendale orientata alla responsabilità sociale.

L’outplacement rappresenta oggi una risorsa strategica per affrontare i cambiamenti nel mondo del lavoro in maniera sostenibile e rispettosa. Grazie a servizi mirati come il reskilling, l’upskilling, l’accompagnamento psicologico e il coaching professionale, è possibile trasformare una situazione complessa in una nuova opportunità di crescita. Che si tratti di outplacement individuale o collettivo, la parola chiave è reinserimento lavorativo: un obiettivo raggiungibile con il giusto supporto.

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