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Rubrica lavoro: lo Start Up Manager

Quinto appuntamento con la nuova Rubrica dedicata al mercato del lavoro in Italiaa cura di Fmts Agenzia Per il Lavoro – APL di Formamentis Group. Dopo aver analizzato il profilo del Remote Business Account, in questa puntata esamineremo la figura professionale dello Start Up Manager, che rientra nella categoria A (nuovo profilo), quando avviare un business diventa una professione.

Come nasce la figura dello Start Up Manager

Aprire una nuova attività, specie nel settore terziario e commercio, non è impresa facile. Così come non lo è implementare una nuova linea di business all’interno di una realtà aziendale già avviata. Oggi molti imprenditori, vuoi per mancanza di competenze o di know how specifico, decidono di investire in nuovi business affidandosi a “professionisti a chiamata”.

Ingaggiati per periodi temporali ben definiti (che in genere vanno da diversi mesi prima del lancio fino a pochi mesi dopo, per verificarne l’andamento iniziale), questi manager assolvono a tutte le funzioni tipiche di un project maanger, avendo potere decisionale e di coordinamento su budget e risorse.

Fino ad un decennio fa una figura simile veniva inserita in aziende in fase di digitalizzazione, per un periodo che variava da 6 a 12 mesi. Su trattava di una risorsa esperta in grado di guidare l’azienda nel passaggio al 2.0.

Oggi assistiamo sempre più di frequente all’inserimento di queste figure nell’apertura di nuove attività, soprattutto commerciali (retail, gdo, ristorazione e turismo), dove l’imprenditore mette il capitale di investimento ed affida l’implementazione a risorse temporary. Una sorta di “wedding planner del business“.

Si tratta in genere di profili con esperienza consolidata e certificata in quella linea di business o attività, pronti a mettersi in gioco in nuove sfide in qualità di project o consulenti d’avviamento.

Chi è e cosa fa lo Start-Up Manager

La risorsa, facendo riferimento all’amministratore/imprenditore, si occuperà delle attività di pianificazione, implementazione, gestione, avviamento e controllo dell’attività o linea di business.

Nello specifico si occuperà della gestione del budget predisposto dalla proprietà, del coordinamento delle risorse interne ed esterne di supporto e della pianificazione e monitoraggio delle attività. Supervisionerà quindi lo stato di avanzamento del progetto, dettando i tempi secondo le direttive concordate con la proprietà fino alla conclusione dello stesso, per la quale elaborerà un documento di riepilogo dettagliato.

Verificherà inoltre l’impatto iniziale dell’attività/linea di business nei primi mesi di attività, intervenendo con eventuali correzioni qualora ritenute necessarie.

Hard & Soft Skills dello Start Up Manager

Il set di hard skills è vicino è molto simile a quello di un project manager:

  • conoscenza del settore/attività o linea di business oggetto del progetto;
  • competenze informatiche (pacchetto Microsoft Office e gestionali dedicati);
  • conoscenza degli elementi di project management (budgeting, task analysis e cronoprogrammi operativi).

Anche il set di soft skills è vicino a quello di un project manager:

  • leadership e decision making;
  • capacità di pianificazione, organizzazione e gestione;
  • problem solving e gestione dei conflitti;
  • time e stress management;
  • capacità comunicative e di team working.

Background Formativo e Professionale

Il background formativo potrebbe essere abbastanza diversificato e varia in base al tipo di attività o linea di business che si intende avviare. Si spazia quindi da un semplice diploma ad un corso post-laurea, ad esempio proprio in project management.

E’ fondamentale quindi l’aver maturato esperienze dirette nel settore di riferimento del progetto da avviare, magari proprio come imprenditore/gestore o responsabile dell’attività.

Prendendo come esempio le 5 principali start up activities, possiamo individuare come background professionale le seguenti esperienze pregresse:

  • RISTORAZIONE —> Chef o Responsabile di Sala;
  • GDO/RETAIL —> Titolare di uno store o punto vendita similare;
  • SERVIZI ALLE IMPRESE —> Responsabile o coordinatore presso altre aziende;
  • PRODUZIONE —> Responsabile o coordinatore presso altre aziende;
  • ICT —> Sviluppatore/Programmatore.

Quanto guadagna lo Start-up Manager

La RAL di riferimento è varia e cambia a seconda della tipologia di attività o business da avviare. I principali Start up manager oggi riguardano i seguenti settori ed attività:

  • RISTORAZIONE —> apertura di un’attività ristorativa;
  • GDO/RETAIL —> apertura di un’attività commerciale di vendita alla clientela;
  • SERVIZI ALLE IMPRESE —> diversificazione del business, con l’apertura di una nuova linea;
  • PRODUZIONE —> ampliamento della gamma, con l’apertura di una nuova linea di business orizzontale (altro prodotto) o verticale     (all’interno della filiera);
  • ICT à implementazione di una nuova piattaforma o tecnologia informatica.

Maggiore è la specificità delle competenze richieste o la particolarità dell’attività/linea di business da avviare, maggiore sarà la RAL prevista. Ad ogni modo lo start up manager, in qualità di consulente esterno (a partita iva o con contratto a tempo determinato per il periodo concordato di avviamento) ha una retribuzione mensile lorda che si aggira tra i 3/5K, per una durata media della missione di 9 mesi (tra 6 e 12 massimo). Su base annua la RAL quindi può aggirarsi sui 40/50K, da distribuire sui mesi di effettivo impiego.

Dati Attuali e Previsioni sul mercato

La richiesta di start up manager è in continua crescita. Oggi molti imprenditori preferiscono investire qualcosa in più ed affidare “l’avanzamento” del progetto a dei veri e propri professionisti.

Il fenomeno di crescita maggiore lo si è registrato nel settore ristorativo: ristoranti, pizzerie, ma anche lounge bar e locali di movida, oggi vengono affidati a dei veri professionisti che ne curano la fase di lancio. Nel 2018 sui 132 annunci pubblicati riguardanti figure di start up manager, il 60% circa (58 per la precisione) riguardavano attività del settore ristorativo e ricettivo. La restante parte invece era suddivisa quasi equamente tra gli altri settori, con una piccola percentuale in più per il settore ICT.

La mole di annunci è destinata a salire nettamente nel 2019, con una proporzione che dovrebbe rispettare i dati registrati nel 2018.

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