Una mappa delle figure professionali nel settore turistico alberghiero forse può aiutare. Se si pensa all’ampiezza della gamma delle attività produttive che intervengono nel ciclo dell’offerta turistica o, ancor più, che devono soddisfare la domanda espressa dai turisti, si può facilmente immaginare la pluralità di figure professionali a vario titolo coinvolte. Dagli esperti di marketing ai commessi di negozio, dai redattori di giornali ai fattorini, dai cuochi ai controllori ferroviari, sono alcuni milioni di persone di persone che lavorano quotidianamente in Italia per i turisti. Non tutti, naturalmente e neppure la maggior parte di questi svolgono professioni che possono essere definite o considerate caratteristiche dell’area turistica tout court. Per individuare le figure caratteristiche del turismo occorre prima definire dei criteri di scelta.
Un primo criterio è quello di focalizzare l’attenzione sulle attività produttive nelle quali l’orientamento al turista rappresenta un fattore decisivo: si tratta di quelle attività in cui la rilevanza del contenuto turistico è esclusiva o comunque prevalente. Difficilmente, in ambiti nei quali il turista rappresenta una quota non determinante della clientela, crescono e si sviluppano figure ad esso specificamente rivolte. Sono relativamente pochi, per fare un esempio, i negozi nei quali i commessi conoscono una seconda lingua, a meno che non si trovino in aree di grande afflusso.
Un secondo criterio è quello di escludere gli ambiti settoriali che presentano specificità tecnico-professionali tali da risultare preponderanti rispetto all’aspetto dell’orientamento al turista. Ciò significa, nello specifico, che non sono qui prese in esame le figure delle aree professionali dei trasporti, dei beni culturali e dello spettacolo.
Il terzo ed ultimo criterio è quello di prendere in esame, negli ambiti di attività produttive considerati, soltanto le figure professionali più tipiche e consolidate o, in altri termini, caratteristiche.
La mappa delle figure professionali in tal modo individuate è divisa orizzontalmente in cinque blocchi che fanno riferimento alle grandi categorie di attività che vengono esaminate:
- Definizione, della formulazione, della commercializzazione dell’offerta turistica;
- Ricettività;
- Ristorazione;
- Servizi al turista;
- Servizi generali a supporto delle categorie appena elencate.
La partizione verticale della mappa fa invece riferimento al livello della figura professionale, che può essere di livello dirigenziale, quando ad essa si associa il grado maggiore di responsabilità e di autonomia; di livello intermedio, quando ha responsabilità di coordinamento sulla base di direttive dirigenziali; di livello tecnico, quando le sono richieste competenze tecnico-professionali di rilievo, ma non necessariamente una funzione di coordinamento e di livello esecutivo, quando il grado di autonomia e di competenza tecnico-professionale sono inferiori.
Le denominazioni tra partizioni orizzontali e verticali genera oltre 150 figure che collimano con varie fonti, tra cui il contratto nazionale del turismo, la classificazione delle professioni dell’ISTAT, l’ampia letteratura disponibile. È davvero necessario avere tutte queste figure? Quali sono i parametri che ci consentono di valutarne l’adeguatezza e la preparazione? Di certo c’è che oltre agli imprenditori, il vero successo di un settore come quello turistico sono le persone. E probabilmente per arrivare a uno sviluppo migliore e qualitativamente più alto occorrerebbe mettere ordine, stabilire limiti e pretendere competenza. E poi, tutti insieme, ripartire.