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Dati occupazionali II trimestre del 2021 – Ministero del Lavoro

Notizie incoraggianti per il mercato del lavoro quelle che giungono dalla nota trimestrale, con dati tratti dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie, del Ministero del Lavoro. La nota descrive le attivazioni, le trasformazioni a tempo indeterminato e le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato. Diamo uno sguardo, dunque, al trend occupazionale del II trimestre del 2021!

Oltre 3 milioni i contratti di lavoro a tempo indeterminato

Come riportato dalla nota, sono 3 milioni 74 mila (tra attivazioni e trasformazioni) i contratti a tempo indeterminato nel secondo trimestre del 2021. Una crescita del 61,1%, pari a 1 milione 166 mila attivazioni in più, rispetto al corrispondente periodo del 2020.

L’aumento maggiore si è fatto registrare nel Centro (+90,9%) e nel Nord del Paese (+67,9%), mentre il Mezzogiorno ha chiuso il trimestre con un +38,8%. Altro dato interessante è la crescita in misura superiore per la componente femminile in tutte le ripartizioni territoriali ed in particolare al Sud, dove si registra una variazione del 49,2% per le donne (a fronte del 32,3% per gli uomini).

Servizi e Industria guidano i settori maggiormente in crescita

Il settore che ha visto una crescita maggiore di attivazioni è quello dei Servizi +74,1% (8,3 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Segue il settore Industria con un aumento del 61,1%. Infine, sul podio, si attesta il settore Costruzioni, che mostra un incremento del 36,6%. Modesta, invece, la variazione nel settore dell’Agricoltura (+0,3%).

Non solo attivazioni, rispetto al 2020 in salita anche le cessazioni

Sono 2 milioni 587 mila le cessazioni di contratti di lavoro registrate nel secondo trimestre del 2021, con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2020, pari al 43,7% (+786 mila unità). L’aumento interessa tutte le ripartizioni territoriali, con variazioni più consistenti al Centro (+69,1%,) rispetto al Nord (+39,3%) e al Sud (+33,2%).

Anche questa classifica vede ai primi posti il settore dei Servizi, con un incremento di 675 mila rapporti (+51,6%); a seguire quello Industriale (+108 mila, pari a +51,3%). Il settore, invece, che ha fatto registrare la maggiore variazione dei rapporti cessati è quello delle Costruzioni (+66,7%), rispetto all’Industria (+41,7%). Contenuta la crescita delle cessazioni nell’Agricoltura (+1,4%).

Le dinamiche tendenziali delle cessazioni registrano un incremento esteso a tutte le tipologie contrattuali, particolarmente elevato nel caso dell’apprendistato (+105,7%). Nel contratto a tempo indeterminato le cessazioni (+46,3%) crescono in misura superiore rispetto ai contratti a tempo determinato (+44,8%).

Infine, in crescita anche tutte le cause di cessazione, con una variazione maggiore per le dimissioni (+85,2%, pari a 223 mila) e più contenuta per altre cause (+12%, pari a +18 mila) e licenziamenti (+17,7%, pari a +17 mila).

Attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro in somministrazione

Nel secondo trimestre del 2021 sono stati registrati dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie (SISCO) circa 330mila rapporti di lavoro attivati in somministrazione (+95,8% rispetto allo stesso periodo del 2020), di cui quasi 179mila riguardano i maschi e 152mila le femmine.

La crescita risulta più marcata per le attivazioni relative alle donne, per le quali si registra una variazione di +104,7% (a fronte del +88,8% per gli uomini) e interessa tutte le classi d’età, con variazioni particolarmente elevate nei giovani fino a 24 anni (+135,8%) e nella classe d’età superiore ai 65 anni (+138,7%).

Per quanti riguarda, invece, i rapporti in somministrazione cessati, nel secondo trimestre del 2021 si registrano 300mila cessazioni (+83,8% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), di cui 163mila riguardano gli uomini e 137mila le donne, con una crescita superiore per la componente femminile (+95,7%), rispetto a quella maschile (+74,8%).

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