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Come aprire un’agenzia interinale

Lavorare in un’agenzia interinale è una sfida interessante, in grado di accrescere non solo professionalmente ma anche personalmente le risorse che ve ne fanno parte.

L’attività di una APL rappresenta un mix considerevole di tasks operative e strategiche che vanno dalle operazioni di inserimento, trattamento e gestione dati, al contact di intermediazione del mercato del lavoro, sia lato domanda (candidati) che lato offerta (azienda). Le risorse umane rappresentano oggi una delle aree nevralgiche di qualsiasi organizzazione economicamente, indipendentemente dalla tipologia e della dimensione aziendale.

Che cos’è un’agenzia interinale

Dai primi anni ’90, un fenomeno di provenienza oltreoceanica, cominciò a muovere i primi passi in Italia, inflitrandosi a macchia d’olio nel tessuto economico-organizzativo del Bel Paese. Nel 2003 questo fenomeno, definito Agenzie Per il Lavoro (APL) o Agenzie di Somministrazione del Lavoro, venne ridisegnato completamente dal d.lgs. 10 settembre 2003 n. 276, emanato in attuazione della legge Biagi, che ne disciplinò in maniera chiara e trasparente l’autorizzazione e il campo d’azione (le precedenti agenzie interinali della Legge Treu del 1997.

La prima fu Umana, nata nella regione Veneto nel 1997, seguita poi dai colossi svizzeri dell’Adecco e dalla holding americana Manpower.

Le APL contano oggi 80 brand diversi, con circa 300.000 addetti ai lavori impiegati mensilmente nel settore delle risorse umane in un’ottica di turn over abbastanza elevata. Questi numeri, che sottolineano una crescita annua del circa 9% di new entry nel settore, hanno di fatto si che molte aziende esternalizzassero sempre più l’attività HR verso quelle agenzie radicate territorialmente in modo strategico all’interno di contesti industriali, commerciali e perché no anche agricoli.

Queste agenzie del lavoro si occupano di somministrare tipologie di lavoro. La ricerca del candidato ideale avviene mettendo in contatto le aziende con le figure professionali di riferimento. La funzione di un’agenzia interinale è di fornire alle aziende che lo richiedono uno o più lavoratori, tramite un contratto di somministrazione.

Quanto costa avviare un’agenzia interinale

Il capitale sociale richiesto è di 600.000 euro, più un deposito di cauzione, per i primi 2 anni (24 mesi), di 350.000 euro. Per chi vuole avviare un’impresa che si occupi solo di intermediazione (raccolta dei curriculum e intermediazione tra domanda e offerta di lavoro) si richiede un capitale sociale minimo di 50.000 euro. In più, si deve svolgere il servizio in almeno quattro regioni italiane diverse. Le agenzie che si occupano di ricollocamento professionale, invece, devono avere un capitale sociale di almeno 25.000 euro.

Inoltre, esiste la possibilità di aprire un’agenzia interinale in franchising: in questo caso, per conoscere i dettagli e le condizioni, ci si deve rivolgere al gruppo in questione (ad esempio Adecco, GiGroup, ecc.).

Requisiti per aprire un’agenzia interinale

Ogni APL, di qualsiasi brand, vanta una struttura genericamente standard, ma articolata in base al territorio di riferimento. Tra ruoli strategici ed operativi, a cavallo tra funzioni corporate e local, ogni Agenzia si compone di:

  • un Responsabile, con ruoli di coordinamento e monitoraggio, anche a valere su processi commerciali;
  • una o più figure specialist, con interesse in processi specialistici riguardanti principalmente le attività di Ricerca & Selezione, Somministrazione e Politiche Attive del Lavoro;
  • una o più figure generalist, con competenze trasversali su tutti i processi di un’APL.

Una distinzione va fatta tra la dimensione corporate, che ha anche funzioni di amministrazione, consulenza del lavoro e controllo di gestione, oltre che di business development strategico, e la dimensione local, con funzioni molto più operative e produttive.

Ricoprire uno div questi ruoli all’interno un’agenzia per il lavoro non ha la stessa valenza, e di conseguenza, lo stesso impatto, dell’analoga attività o processo svolti in un contesto aziendale. Un esempio potrebbe chiarire meglio le idee al riguardo.

Il recruiter di un’Agenzia per il Lavoro, responsabile dei processi di Ricerca e Selezione dei profili professionali commissionati dalle aziende clienti, nell’attività svolta potrebbe riscontrare ben più difficoltà rispetto al suo “alter ego” aziendale.

La ricerca di un profilo amministrativo, classico white collar da processo aziendale, può risultare semplice ed immediata per una risorsa interna all’azienda, in quanto profondo conoscitore di alcune variabili quali clima, funzioni e processi, supervisori e colleghi, che potrebbe indirizzare meglio il tiro della ricerca. Un recruiter di un’agenzia invece, per quanto studi il proprio committente e analizzi approfonditamente il contesto aziendale del committente, non avrà mai lo stesso “background contestuale” che avrà un interno, affrontando sicuramente la ricerca commissionate con maggiori incognite. Se da un lato potrebbe rappresentare un aspetto negativo, l’altra faccia della medaglia sarà sicuramente positiva, tramutandosi in un obiettivo sfidante e stimolante in grado di innalzare il livello dell performance di una risorsa APL.

Oltre ad una corposa dose di know-how tecnico, non deve assolutamente mancare una base di soft skills, necessaria per una risorsa interna ad un’agenzia per il lavoro. Le competenze trasversali maggiormente richieste sono:

  • la flessibilità, fondamentale nello mobilità orizzontale di processi e funzioni:
  • la proattività, intesa come l’andar oltre il compito assegnato nel rispetto delle funzioni gerarchiche;
  • le capacità gestionali, organizzative e d’analisi, abbinate ad una buona dose di problem solving, in grado decretare una gestione efficace ed efficiente delle attività da svolgere
  • team working, e team building, essenziale al superamento delle difficoltà grazie al supporto del gruppo di lavoro;
  • time e stress management, indispensabile specie nei periodi di picchi stagionali e pre-stagionali.

Quali corsi di formazione seguire?

Sono pochi, se non pochissimi, ad oggi i percorsi universitari che pongono le basi per una buona conoscenza del mondo HR, aziendale o d’agenzia che sia. Psicologia, Sociologia, Economia, Scienze Politiche e qualche altra interfacoltà umanistica hanno nel tempo tracciato degli indirizzi di studi in grado di avvicinare le risorse al mondo HR. Tuttavia ad oggi nessuno di questi fornisce ai propri discenti le adeguate competenze di base per affrontare il mondo delle risorse umane. Ecco perché spesso di consiglia, o per meglio dire si preferisce (lato offerta di lavoro) risorse provenienti da master specialistici o corsi di alta formazione professionale in ambito Human Resource Management, in grado di fornire, con l’ausilio di professionisti del settore e non di docenti, un discreto know-how di partenza, base essenziale anche per uno stage iniziale.

Il consiglio che Formamentis offre è quello di decidere il proprio percorso in maniera razionale e prospettica: se lavorare nelle risorse rappresenta il vostro obiettivo professionale investite nella formazione, non solo accademica ma specialistica (e post-universitaria) con specifici corsi di formazione per lavorare nelle HR, prima di affacciarvi al mondo HR, specie nel caso di un’Agenzia Per il lavoro. Uno stage rappresenta lo step iniziale e fondamentale da superare, in grado di decretare se la scelta effettuata sia stata quella giusta o meno.

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