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Adempimenti contributivi e fiscali di fine anno

Inizio anno con il botto per imprese e consulenti del lavoro, per via degli adempimenti contributivi e fiscali. Prima di parlare del 2024, però, occorre chiudere il 2023! Di questo si è discusso nel corso del webinar Scadenze e chiusure di fine anno – anticipazioni sulla nuova Legge di Bilancio, organizzato da FMTS Lavoro e FMTS Formazione in collaborazione con lo Studio di Consulenza del Lavoro “Necchio” di Padova.

Oneri fiscali e contributivi: cosa c’è da sapere

Sotto il profilo contributivo si tratta di determinare l’esatto ammontare imponibile sul quale verrà calcolato il peso degli oneri sociali. Spetta infatti all’azienda, per conto del lavoratore, calcolare il peso contributivo e fiscale e, di conseguenza, ad essere pienamente coinvolti sono i consulenti del lavoro.

Sotto il profilo contributivo vanno quindi imputati gli elementi variabili della retribuzione, con la denuncia del mese di gennaio si andrà poi a calcolare il peso contributivo.

Quanto, invece, alle incombenze di carattere fiscale, l‘obiettivo è quello di rendere definitive tutte le ritenute di acconto effettuate nei vari periodi di paga dal sostituto di imposta. L’impresa e il suo consulente, infatti, operano questi calcoli per conto del lavoratore, quantificando quindi il dovuto e liquidando questa imposta.

Proprio riguardo questa imposta, ci sono state delle importanti novità: si è passati da un sistema a cinque aliquote ad un sistema con quattro aliquote. La transizione non si è esaurita qui, nel 2024 le aliquote scenderanno ancora, fino ad arrivare a tre.

Stiamo andando verso un sistema che punta alla flax tax, un’aliquota, per esplicita ammissione di una parte dell’assise legislativa.

Ha specificato Alessandro Necchio, Founder dell’omonimo studio di consulenza del lavoro.

Va ricordato che durante l’anno il datore di lavoro e i suoi consulenti del lavoro calcolano un Irpef lorda e le relative detrazioni sulla base di un imponibile annuo stimato, non certo. Solo alla fine dell’anno sarà poi possibile determinare l’imponibile effettivo e, di conseguenza, calcolare con precisione l’ammontare dell’Irpef lorda dovuta, delle relative detrazioni e, a quel punto, dell’Irpef netta da versare allo Stato.

Sono, ad esempio, esenti e quindi non concorrono a formare reddito i contributi previdenziali a carico del lavoratore, le polizze assicurative a rischio infortuni professionali e, entro una determinata soglia, le indennità di mensa e le indennità di trasferta.

A fine anno si opera una sorta di conguaglio per cui, se l’imposta netta supera l’ammontare trattenuto, questo importo va ulteriormente trattenuto. Al contrario, se l’imposta netta è inferiore all’importo trattenuto questa differenza va restituita al lavoratore.

Trattamento integrativo e fringe benefit

Un calcolo particolare è quello del trattamento integrativo, che spetta ai titolari di reddito da lavoro dipendente (o assimilato al lavoro dipendente), a condizione che il reddito complessivo non sia superiore a 15.000 euro. Se il reddito complessivo è compreso tra 15.000 e 28.000 euro, l’importo del trattamento integrativo è pari alla differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda, e comunque non superiore a 1.200 euro.

Vanno poi calcolati i fringe benefit, ovvero i “compensi in natura” (perché non vengono erogati sotto forma di denaro, ma concessi come beni e servizi dal datore di lavoro ai dipendenti). La soglia di esenzione in questo caso è stata innalzata a 3.000 euro ma solo per i lavoratori dipendenti che hanno figli a carico.

Ci sono, infine, i calcoli legati al TFR (trattamento di fine rapporto) e la verifica delle ferie legali. Solo una volta chiuse tutte queste partite del 2023, si potrà passare al 2024.

Giuseppe Di Vittorio
Giornalista

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